Diete per il benessere psicofisico e la cultura alimentare nella danza
Nei giornali femminili, di fitness o di Danza se ne parla spesso di diete, di benessere e di cultura alimentare.
Anche in quelle riviste che tentano di parlare di sport e benessere.
Riguardo alle diete: si va da quella del mango fino a quella più famosa, come la dieta Zona di Sears.
Tutte le diete si concentrano solo sulle calorie, ma quasi nessuna si interessa del benessere psicofisico dell’individuo.
L’idea è semplice: seguo una dieta più o meno stretta così dimagrisco, Et voilà!
Sempre seguendo i valori di questo magazine on line, sto scrivendo dopo aver fatto esperienza di molte diete e metodi per tenere sotto controllo il peso. Sono passato dal classico conto delle calorie maniacale fino alla cucina Ayurvedica centrata sulla qualità del cibo e per nulla sulle calorie.
Per poco tempo funziona tutto, anche la famosa dieta a Zona e perfino la cucina Ayurvedica senza contare le calorie.
Per fortuna la nostra vita è più lunga del tempo di una dieta, quindi superato un certo periodo il corpo-mente si “ribella” e ritorniamo al nostro vecchio stile di alimentazione.
Lo stesso stile che ci ha portato in sovrappeso.
Dopo tante delusioni, un anno fà ho avuto il piacere di leggere un paio di libri dedicati all’alimentazione del ingegnere Roberto Albanesi.
Dopo aver letto e praticato tanto sull’argomento ho effettuato una lettura critica e attenta.
Le teorie di Albanesi non sono teorie. Albanesi parla soprattutto di modelli alimentari: anzi un solo modello, che ha chiamato “Dieta Italiana”.
La dieta Italiana
La Dieta Italiana è un modello molto pratico che introduce rispetto alle altre diete un paio di fattori interessanti per l’utente finale (ossia il grassottello di turno, in questo caso io!).
Il primo fattore importante è l’indice di sazietà: questo paramentro permette di scegliere e di unire più cibi insieme per preparare piatti che siano ipocalorici, ma soprattuto sazianti.
La sensazione di sazietà è una delle più belle cose che esista al mondo. Non c’è di più bello che mangiare fino a sentirsi sazi.
Ci sono cibi che a parità di quantità calorica saziano meno.
La Dieta Italiana permette di usare qualsiasi cibo (perfino la Nutella), ma dosando gli ingredienti in base all’ indice di sazietà oltre che a quello calorico.
L’altra introduzione nel modello alimentare di Albanesi rispetto agli altri è l’appetibilità. Un fattore psicologico importante che coinvolge anche la fisiologia. Legato all’odore del cibo o al suo colore.
L’appetibilità è la “ciliegina sulla torta” di questo modello alimentare.
Dalla Dieta Italiana nasce la cucina ASI (Appetibile, Saziante, Ipocalorica), grazie all’ingegnere Tibaldi ed il nutrizionista Dr. Vania esiste un intero sito (www.cibo360.it) dove è possibile trovare centinaia di ricette ASI.
Il modello alimentare di Albanesi trova una totale esecuzione pratica nella cucina ASI, ma la Dieta Italiana non è solo questo.
Un concetto fondamentale della Dieta Italiana è la coscienza alimentare.
La consapevolezza di quello che mangiamo, della qualità e della quantità, è fondamentale per rimanere sani.
Dopo anni di test sono giunto alla conclusione che una dieta ci rende stupidi per questo è possibile seguirla per poco tempo.
E’ una offesa alla nostra intelligenza seguire una dieta rigida e chiusa, sopratutto non appetibile.
La consapevolezza alimentare è l’unica strada per risolvere ogni problema di sovrappeso (non l’obesità!).
Dalla consapevolezza nasce la creatività, conoscendo la qualità e la quantità dei cibi posso realizzare qualsiasi piatto che sia saziante, appetibile e ipocalorico (ASI). Senza consapevolezza è impossibile vivere in armonia con la propria alimentazione.
Allora davvero è semplice: primo, conoscere la quantità di calorie giornaliere (come sedentari) assimilabili per ritornare in peso forma.
Secondo, costruirsi un programma di alimentazione basato sui propri gusti ( e non su quelli del dietologo).
La domanda nasce spontanea, ma allora alla fine dobbiamo tutti saper cucinare per essere in forma e non vivere con quei 10kg in più?
Risposta: si! Ma quella è la parte più facile se non avete mai cucinato in vita vostra.
La difficoltà può esistere per chi ha imparato a cucinare dalla mamma o comunque in famiglia.
A quel punto la cosa fondamentale è “smantellare” o “integrare” con coscienza la vecchia cultura alimentare per poter vivere una nuova cultura alimentare basata sul gusto ma anche sulla salute.
Sto scrivendo questo articolo perché sono passati 12 mesi da quando ho iniziato a leggere i libri del Ing. Albanesi e Ing. Tibaldi, da allora ho messo in pratica molti consigli, ma la cosa più bella che mi sia capitata è stata di aver “trovato” la mia coscienza alimentare.
Oggi posso mangiare qualsiasi cosa, con consapevolezza delle calorie ingerite e della sazietà che quel cibo mi procurerà. Le mie scelte sono diventate senza sforzo le migliori possibili per essere in forma. In pratica non devo rinunciare a nulla, basta solo saziarsi con gusto.
Il corpo-mente non rifiuta questo modello alimentare perché non è rigido, ma creativo.
Se non vogliamo fare più diete possiamo iniziare da un programma ASI per poi dopo 30giorni finire con l’aver appreso una cultura alimentare “scritta”(da noi) su misura per noi (e non dalla mamma o gli spot televisivi!).
La cultura alimentare non è una dieta, ma sono le vostre scelte quando andate al supermercato, al ristorante o state in cucina davanti ai fornelli. La mossa vincente è puntare a crearsi una propria cultura alimentare e dimenticare tutte le diete del mondo.
Adesso mi sembra facile dirlo, quindi pensateci bene: mettereste mai dello zucchero nella vostra auto più di quanto il serbatoio ne possa contenere?